XXVIII CONGRESSO NAZIONALE SICP

“SI CURA MEGLIO DOVE SI FA RETE”

Riccione, 18 – 20 novembre 2021

Un anno fa, nei saluti del “XXVII Congresso Nazionale SICP” dedicato alle Cure Palliative del futuro, ci si chiedeva “Cosa vogliamo che succeda?”.

La risposta crediamo di averla trovata ed è rappresentata dalle Reti di Cure Palliative, Regionali e Locali.

Reti da rafforzare o da costruire ex novo.

Reti fatte di persone, professionisti e volontari, integrati e organizzati.

Reti capaci di dare risposte ai bisogni vecchi, ma anche a quelli nuovi dettati dalla pandemia e dagli effetti che questa ha prodotto su tutto l’ambito socio-sanitario.

Reti in grado di progettare e di fare, ma anche di monitorare e di misurare.

Reti pronte ad impegnarsi, in questo tempo sospeso ma anche nel futuro prossimo, nelle sfide clinico assistenziali per tutte le persone malate con bisogni complessi e parallelamente disponibili a fare propria la responsabilità di una necessaria evoluzione scientifica attraverso una crescita dell’attività di ricerca.

 

Le Cure Palliative sono ormai un diritto, una disciplina, un livello essenziale di assistenza e una specializzazione medica.

Come palliativisti c’è bisogno di partire dalla consapevolezza di quello che siamo e soprattutto di quello che ci rende unici: saper essere presenti in ogni setting assistenziale, condividere e creare connessioni, individuare i bisogni e costruire percorsi assistenziali personalizzati e appropriati, comunicare tra specialisti e professionalità diverse, mettere la persona malata al centro, rispettarne dignità e facilitarne l’autodeterminazione.

 

Solo così potremo continuare ad incidere sulle politiche sanitarie, attraverso competenze solide e un’identità sempre più forte che faccia della multi-professionalità e della capacità di dialogo e di apertura, l’elemento centrale su cui rafforzare la costruzione della Reti.

 

Anche quest’anno, oltre ai temi clinici, assistenziali, organizzativi, psicologici e relativi alle humanities si è scelto di aggiungere il tema delle nuove emergenze legate alla pandemia da Covid. Le Cure Palliative stanno mostrando di saper esistere e resistere anche di fronte alle difficoltà estreme dettate dalla pandemia e da qui partiremo per nuove riflessioni sempre più ampie, concrete e coraggiose.

 

Al momento attuale l’andamento della pandemia non ci permette ancora di definire se il Congresso si svolgerà in forma virtuale o in presenza a Riccione o se sarà un evento ibrido. I molti feedback rispetto al gradimento della scorsa edizione vogliamo leggerli come volontà e desiderio dei soci e di tutti i professionisti sanitari interessati e coinvolti nelle Cure Palliative di esserci nonostante tutto e questo rappresenta un fortissimo stimolo a fare sempre meglio per la crescita di SICP.

 

Abbiamo bisogno, ora più che mai, di buone idee e soprattutto di buone pratiche perché siamo davvero convinti che le Cure Palliative siano una buona notizia in sé, per le persone malate, i loro cari, la Medicina e il Sistema Sanitario. Spetta a ognuno di noi far sì che, in quanto tale, riesca a contaminare positivamente tutto ciò che gli sta intorno.

I Board del Congresso sono già al lavoro, ma attendiamo i vostri preziosi contributi, mossi dall’obiettivo di offrire a tutti coloro che lavorano nel nostro ambito una grande opportunità di crescita culturale e scientifica.

Gino Gobber
Presidente del Congresso

Marta De Angelis
Coordinatore del Board Scientifico

Luciano Orsi
Co-coordinatore del Board Scientifico

Il 2020 ha fatto emergere tangibilmente due caratteristiche non scindibili: l’operosità e lo spirito necessario di collaborazione.

 

Come api che costruiscono con fatica, un pezzetto alla volta, il loro alveare, così anche tutti gli operatori sanitari hanno continuato a costruire quella rete, che è risultata fondamentale, nei momenti di crisi, come nella normalità.

 

L’immagine scelta per il “Congresso Nazionale 2021” è  una proposta minimale e suggerisce l’idea di alveare, quindi di rete, la cui costruzione è impossibile a una sola ape: necessita infatti della collaborazione di tutti.

 

L’alveare non è terminato, non è chiuso.  Serve altro lavoro.

 

Il fascio di luce giallo, oltre a richiamare il colore delle api, indica sapere, intelletto, gioia.

 

Nel Buddhismo simboleggia anche la saggezza.

 

Immagine e testo a cura di Maddalena Bellei – Ufficio Comunicazione SICP